26/06/2024

Il 7 maggio è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto legge n. 60 del 2024, meglio conosciuto come D.L. “Coesione”, nel testo licenziato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri lo scorso 30 aprile.

Il Decreto è stato emanato con un obiettivo ambizioso: la realizzazione della politica di coesione inserita nel contesto della revisione del PNRR, con un occhio di riguardo per alcuni settori strategici, fra i quali figura anche l’energia.

Ai fini che qui rilevano, è in prima istanza fondamentale un’analisi dell’articolo 8 del Decreto in esame, rubricato “Disposizioni per l’attuazione della Piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (STEP) e del Fondo per una transizione giusta – JTF”: l’ambito applicativo di questa disposizione, infatti, sono le filiere industriali connesse a settori tanto critici quanto strategici, fra i quali ovviamente rientrano anche le tecnologie pulite ed efficienti, nonché le cosiddette tecnologie “net zero”, che sono oggetto di uno specifico regolamento dell’Unione, che è in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Quest’ultima espressione ricomprende tutte quelle tecnologie ritenute necessarie e indispensabili per il raggiungimento dell’obiettivo “emissioni zero” di gas serra, che rappresenta un punto cruciale, come noto, della strategia climatica europea.

Giova ricordare come proprio nel Programma nazionale ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027 siano stati stanziati ben 300 milioni di euro per il sostegno a queste tecnologie.

Di particolare interesse è anche l’articolo 33, rubricato “Disposizioni in materia di recupero dei siti industriali”, che rinvia a un successivo Decreto interministeriale, adottato di concerto tra il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e quello per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR previa intesa con la Conferenza Stato-Regioni, per la fissazione di criteri per selezionare gli investimenti in sette Regioni del Meridione: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Tale disposizione è di particolare interesse in materia di energia poichè prevede che:

  • nelle aree industriali/produttive/artigianali e nei Comuni con una popolazione superiore a 5.000 abitanti, gli investimenti dovranno avere ad oggetto la produzione energetica da fonti rinnovabili, destinata all’autoconsumo delle imprese;
  • gli investimenti possono essere volti al potenziamento della capacità delle reti elettriche di accogliere una sempre maggior quota di energia prodotta da rinnovabili, con particolare riferimento anche alla tecnologia smart grid.

In conclusione, il Decreto legge n. 60 del 2024 rappresenta un passo decisivo verso l’attuazione di una politica di coesione che mira a supportare un settore strategico come quello dell’energia, promuovendo la transizione verde attraverso investimenti mirati. L’attenzione posta sulle tecnologie “net zero” e sulle energie rinnovabili, dimostra l’impegno del governo italiano e dell’Unione Europea nel raggiungere obiettivi climatici ambiziosi. Inoltre, l’articolo 33 del Decreto rappresenta un’opportunità significativa per le regioni del Sud Italia di diventare protagoniste nella produzione di energia sostenibile. Questi interventi, se attuati efficacemente, potranno contribuire a una crescita economica inclusiva e sostenibile, rafforzando al contempo la competitività industriale e la resilienza energetica del Paese.

Solo fra qualche tempo sarà possibile una approfondita analisi sull’impatto del Decreto appena esaminato sugli investimenti green nel nostro Paese.

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