GSE: Rapporto attività 2020

GSE, relazione sulle attività del 2020
29/06/2021

Come ogni anno, lo scorso 25 maggio il Gestore dei Servizi per l’Energia (“GSE”) ha pubblicato la sua relazione sulle attività del 2020, nella quale dà evidenza dell’attività svolta e dei risultati ottenuti nel 2020, nell’ottica di promuovere un’idea di sviluppo sostenibile che realizzi una maggiore integrazione sociale e che sia attenta agli interessi della collettività. Nel contesto odierno, infatti, si può sostenere senz’altro che la pandemia abbia contribuito a rafforzare la consapevolezza dell’importanza di uno sviluppo sostenibile, non da ultimo, anche per raggiungere gli importanti obiettivi che l’Unione europea si è prefissata per il prossimo futuro.

Dalla relazione emerge che il GSE, forte di consolidate competenze tecniche e gestionali, si pone come tramite per accompagnare il Paese verso la transizione energetica, in un contesto socioeconomico e in uno scenario di politica energetica sempre più orientati allo sviluppo ed al perseguimento degli obiettivi nazionali su energia e clima.

Nel quadro appena delineato, l’attività del Gestore si è rivolta all’organizzazione e alla promozione di meccanismi e strumenti incentivanti, per supportare in maniera propositiva gli operatori del settore e le Istituzioni, centrali e locali, e monitorare e studiare la realtà fenomenica del settore energetico.

Nel rapporto sono stati individuati in dettaglio i mezzi e le procedure messi a punto nel corso del 2020 per il raggiungimento degli obiettivi prefissati; tra questi si segnalano la sperimentazione della blockchain energetica e della mobilità elettrica con il vehicle to grid, il supporto a cittadini, professionisti e pubbliche Amministrazioni con i focus group sulle comunità energetiche e l’autoconsumo collettivo, la predisposizione di applicazioni online per la simulazione d’investimento e per il monitoraggio delle performances degli impianti.

Venendo all’analisi più strettamente numerica, il GSE ha dichiarato di aver gestito nel 2020 oltre 15 miliardi di euro destinati alla promozione della sostenibilità, dei quali 11,9 per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, 1,1 miliardi per l’efficienza energetica e per le rinnovabili nel settore termico, 1 miliardo dedicato ai biocarburanti.

Il rapporto evidenzia un leggero incremento nel consumo di biocarburanti per quanto riguarda le rinnovabili nei trasporti e un leggero aumento dell’immissione in consumo degli stessi rispetto al 2019, il detto aumento è dovuto, in primis, all’incremento nell’utilizzo del biometano.

Invero, nel 2020, con riferimento ai biocarburanti immessi in consumo nel 2019, sono stati rilasciati oltre 2,1 milioni di Certificati di Immissione in Consumo (-0,15 milioni di CIC rispetto all’anno precedente). Inoltre, al 31 dicembre 2020 si contano 39 impianti di biometano e altri biocarburanti avanzati qualificati (di cui 19 in esercizio), con una significativa crescita rispetto al 2019 (+18 impianti). La produzione di biometano avanzato è stata di circa 104 milioni di Sm3, corrispondente a oltre 160.000 CIC, per un valore di circa 60,5 milioni di euro. Inoltre, grazie al processo concorrenziale di selezione degli shipper c’è stato un netto incremento della valorizzazione economica del biometano avanzato ritirato dal GSE.

Nel corso del 2020 è, inoltre, proseguita anche la sperimentazione di nuove soluzioni di risparmio energetico; sono stati realizzati ambienti di simulazione (POC) finalizzati a verificare la utilizzabilità della tecnologia blockchain[1] nella transizione energetica e nella sostenibilità ambientale e sociale, con particolare attenzione al tracciamento end-to end della filiera dei biocarburanti, e al supporto alla mobilità sostenibile e alle comunità energetiche. Sono state, inoltre, valutate possibili soluzioni e modelli per una eventuale futura fase di industrializzazione.

Si valuta che nel 2020 le attività del GSE abbiano contribuito ad attivare circa 2,2 mld € di nuovi investimenti. Si calcola che l’energia rinnovabile e i risparmi energetici incentivati nell’ultimo anno abbiano evitato l’emissione in atmosfera di 42 mln di tonnellate di CO2eq e il consumo di 109 mln di barili di petrolio, mentre si stima in almeno 51 mila unità di lavoro annuali (equivalenti a tempo pieno) l’occupazione diretta e indiretta correlata a tutte le iniziative – nuove e già in corso – sostenute da GSE nel 2020.

Dei 13,4 milioni di Gcal di biocarburanti sostenibili immesse in consumo nel 2019, circa l’86% è biodiesel, proveniente principalmente da grassi animali ed oli alimentari esausti.

Le materie prime più utilizzate per la produzione dei biocarburanti sostenibili immessi in consumo nel 2019 sono risultate essere: grassi animali di categorie 1 e 2 (27,6%), oli alimentari esausti (15,5%) e olio di palma (14,4%). Tra le materie prime avanzate, invece, le più utilizzate sono risultate essere il POME (Palm Oil Mill Effluent o fasci di frutti di olio di palma vuoti) (14,1%) e le biomasse da rifiuti industriali (lett. d dell’Allegato 3, parte A del D.M. MiSE 10 ottobre 2014 – 12,8%).

C’è stato, inoltre, nel 2019 un incremento dei biocarburanti double counting[2] prodotti a partire da rifiuti e sottoprodotti quali grassi animali di categoria 1 e 2 e UCO, oltre ad altri rifiuti e sottoprodotti.

È, infine, diminuito il ricorso a biocarburanti prodotti da acidi grassi in quanto gli stessi non sono più valevoli ai fini della maggiorazione double counting e, quindi valgono meno ai fini dell’assolvimento dell’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti.

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[1] La blockchain (letteralmente “catena di blocchi”) è una struttura dati condivisa e “immutabile”. È definita come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in “blocchi”, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia. Sebbene la sua dimensione sia destinata a crescere nel tempo, è immutabile in quanto, di norma, il suo contenuto una volta scritto non è più né modificabile né eliminabile, a meno di non invalidare l’intera struttura.

[2] Il sistema di incentivazione all’utilizzo del biometano è stato perfezionato anche attraverso il rilascio di c.d. Certificati di Immissione in Consumo (CIC Biometano). Il CIC è un valore di scambio non fissato, che incide sul valore del Biometano venduto sul mercato. Il numero di CIC da rilasciare ai soggetti che immettono in rete il biocarburante prodotto dipende dalla tipologia di biomassa che viene utilizzata in partenza per la produzione. Per le biomasse che danno origine al biometano avanzato, il valore dei CIC raddoppia secondo un meccanismo denominato double counting, il quale prevede una maggiorazione dell’incentivo da erogare.

 

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