La Direttiva RED III

Direttiva Europea 2023/2413 del 18 ottobre 2023
21/11/2023

È stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europa dello scorso 31 ottobre la nuova Direttiva RED III (Renewable Energy Directive III), in vigore dal prossimo 20 novembre. La Direttiva 2023/2413, che modifica la Direttiva 2018/2001, prevede una serie di novità per gli Stati membri nel settore delle energie rinnovabili, in particolare per quanto riguarda la loro promozione e l’aumento della loro quota nel mix energetico dell’Unione.

La Direttiva si pone in linea di continuità con il Green Deal europeo che ha stabilito l’obiettivo della neutralità climatica nell’Unione entro il 2050 e un traguardo climatico intermedio di una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 % rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.

Rispetto a tali obiettivi, le energie rinnovabili svolgono un ruolo fondamentale dato che il settore energetico contribuisce attualmente per oltre il 75 % alle emissioni totali di gas a effetto serra nell’Unione.

La Direttiva 2023/2413 prevede una serie di novità per gli Stati membri nel settore delle energie rinnovabili, in particolare per quanto riguarda la loro promozione e l’aumento della loro quota nel mix energetico dell’Unione.

Entro il 2030 l’Europa vuole garantire una quota rinnovabile pari almeno al 42,5% (contro l’attuale 32%) nel consumo finale di energia, con l’obiettivo di raggiungere il 45%. Ogni Stato membro si impegnerà a contribuire al raggiungimento degli obiettivi nei settori dei trasporti, dell’industria, dell’edilizia, e dei sistemi di teleriscaldamento e raffreddamento. Tutti gli Stati Membri sono inoltre incoraggiati a destinare almeno il 5% della capacità delle nuove installazioni energetiche a soluzioni innovative.

Al fine di raggiungere questi ambiziosi obiettivi, la Direttiva agisce su più fronti.

Impone agli Stati membri di conformare le proprie discipline interne in materia di autorizzazioni e certificazioni al principio di priorità dell’efficienza energetica. In particolare, le procedure per la concessione di permessi per nuovi impianti di energia rinnovabile, come pannelli solari e centrali eoliche, o per l’adeguamento di quelli esistenti, saranno oggetto di semplificazione. Le autorità nazionali non potranno impiegare più di 12 mesi per autorizzare la costruzione di nuovi impianti di energia rinnovabile situati nelle cosiddette “zone di riferimento per le energie accelerazione per le energie rinnovabili” e al di fuori di tali zone la procedura non potrà superare i 24 mesi.

Le zone di accelerazione dovranno essere individuate entro il 21 febbraio 2026.

Inoltre, entro il 21 maggio 2025, gli Stati membri dovranno redigere una mappatura coordinata in vista della diffusione delle energie rinnovabili sul loro territorio al fine di individuare il potenziale nazionale e la superficie terrestre, il sottosuolo, le aree marine o delle acque interne disponibili necessari per l’installazione di impianti di produzione di energia rinnovabile, e delle relative infrastrutture.

E ancora, fino al conseguimento della neutralità climatica, gli Stati membri dovranno assicurarsi che, in sede di rilascio delle autorizzazioni, la pianificazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia rinnovabile, la connessione di tali impianti alla rete, la rete stessa e gli impianti di stoccaggio siano considerati di interesse pubblico prevalente e nell’interesse della salute e della sicurezza pubblica nella ponderazione degli interessi giuridici nei singoli casi.

Queste e molte altre misure sono contenute nella Direttiva in commento che gli Stati membri dovranno recepire entro 18 mesi dalla pubblicazione.

Un importante passo avanti verso la neutralità climatica attraverso l’incentivo all’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili.

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