La Relazione sullo stato dell’Unione Energetica: progressi e politiche energetiche future

Report della Commissione Europea al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni sullo stato dell’Unione Energetica dell’11 settembre 2024
24/09/2024

In data 11 settembre 2024 la Commissione ha pubblicato la “Relazione sullo stato dell’Unione dell’energia 2024”, la quale riporta i progressi dell’UE verso il conseguimento degli obiettivi in materia di energia e clima.

In particolare, la Relazione dà conto, da un lato, dei passaggi da implementare per il raggiungimento degli obiettivi per il 2030 e, dall’altro, dei risultati già conseguiti.

Tra questi si registra innanzitutto una notevole riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (del 32,5% dal 1990 al 2022), cui si aggiunge una diminuzione del 15,5% delle emissioni coperte dall’ETS nel 2023, rispetto ai livelli del 2022, ora a circa il 47% al di sotto dei livelli del 2005 (in linea con l’obiettivo del -62% per il 2030).

Quanto alle fonti rinnovabili, nella prima metà del 2024 risulta queste siano state fonte di produzione del 50% di energia elettrica dell’Ue. L’energia eolica diventa la seconda fonte di energia elettrica dopo il nucleare, superando il gas, peraltro con un aumento della capacità eolica e solare installata del 36% circa tra il 2021 e il 2023.

Si segnalano inoltre una notevole riduzione della domanda di gas tra agosto 2022 e maggio 2024 (138 miliardi di metri cubi) ed un importante abbassamento della quota di gas russo nelle importazioni. L’Ue si è infatti rivolta ad altri fornitori, in particolare alla Norvegia (per gas naturale) e agli Stati Uniti (per GNL), divenuti ora i maggiori fornitori di gas dell’Ue.

La Relazione riferisce anche dei progetti già in fase di attuazione, sebbene ancora da perfezionare, necessari per implementare l’Unione dell’energia in tutte le sue dimensioni, dall’innovazione alla competitività, dalla decarbonizzazione alla sicurezza energetica.

Con riferimento all’efficienza energetica, si segnala come, nonostante nel 2022 sia stata registrata una diminuzione del 4,1 % del consumo di energia primaria, bisogna ancora compiere dei passi verso gli obiettivi stabiliti per il 2030.

Quanto ai PNEC (Piani nazionali aggiornati definitivi per l’energia e il clima), la Commissione riporta di aver formulato raccomandazioni nonché lavorato a stretto contatto con gli Stati membri per supportare la tempestiva realizzazione degli obiettivi dell’Unione per il 2030.

Si registrano sul punto dei progressi ancora da compiere. Infatti, quanto messo in atto dagli Stati Membri, seppure orientato nella giusta direzione, non risulta sufficiente per ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030.

Ancora, nel novembre del 2023 sono stati adottati dalla Commissione il primo elenco di Progetti di interesse comune e di Progetti di interesse reciproco (PCI e PMI), per contribuire alla realizzazione di una rete infrastrutturale in tutta l’Europa che tenda alla diversificazione e alla decarbonizzazione.

L’Ue ha poi continuato a sostenere l’Ucraina a livello di sistema energetico, contribuendo a stabilizzarne il sistema elettrico, oltre a dar seguito ai suoi sforzi diplomatici a livello internazionale in materia di energia e clima per diversificare le importazioni di energia, rafforzare le relazioni con i partner internazionali e sostenere i propri partner nella transizione e nell’accesso all’energia.

In particolare, in occasione della COP28, La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, l’Ue ha annunciato l’impegno per accrescere la capacità di energia rinnovabile e il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030, impegnandosi pure ad eliminare gradualmente i sussidi inefficienti ai combustibili fossili.

L’Ue, oltre a rivestire un ruolo chiave in Mission Innovation, iniziativa di cooperazione multilaterale globale che stimola investimenti che rendano l’energia pulita conveniente e accessibile a tutti, dà anche conto degli sforzi che intende compiere per la riduzione delle emissioni di metano dal settore energetico grazie al Global Methane Pledge.

Per quanto riguarda l’attuazione dei Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza, la Relazione riporta che entro metà giugno 2024 l’Ue ha erogato oltre 240 miliardi di euro ai Paesi membri per attuare le misure nei loro piani, di cui oltre 184 miliardi di euro sono stati stanziati dagli stessi per sostenere riforme e investimenti legati all’energia dall’avvio del Recovery and Resilience Facility.

In conclusione, la Relazione, nell’illustrare i successi raggiunti negli ultimi anni, dà prova dell’impegno che l’Ue ha profuso nel raggiungere gli obiettivi del REPowerEU Plan, cercando contestualmente di costruire un sistema energetico improntato alla decarbonizzazione. Ebbene, in questo processo, tutt’ora in corso, un ruolo determinante è svolto dall’incessante cooperazione all’interno dell’Ue, sebbene in futuro, sottolinea la Commissione, dovranno essere affrontate sfide nuove ed emergenti che richiederanno una risposta politica decisiva e un coordinamento ancora maggiore.

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